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Direttiva Case Green: cos’è e come funziona

30 Aprile 2024

  • News

L’Europa si è sempre distinta per il suo impegno verso la sostenibilità e la riduzione dell’impatto ambientale. In questo quadro si inserisce la Direttiva Energy Performance of Buildings (EPBD), che ha recentemente raggiunto un traguardo significativo con l’approvazione del Consiglio Ecofin. Dopo tre anni di negoziati e nonostante le resistenze iniziali di alcuni governi, tra cui l’Italia, la direttiva è stata finalmente promulgata. Conosciuta comunemente come la “direttiva case green”, questa direttiva è destinata a trasformare radicalmente il settore edilizio dell’Unione Europea.

Il 12 marzo 2024 ha segnato una svolta decisiva: la direttiva è stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale europea e, venti giorni dopo, è entrata ufficialmente in vigore. Questo momento rappresenta l’apice di un lungo percorso legislativo, segnato da un intenso dibattito su come affrontare al meglio le sfide poste dal cambiamento climatico attraverso l’ottimizzazione energetica degli edifici.

L’importanza della direttiva risiede nella sua capacità di indirizzare un settore cruciale per il futuro energetico e ambientale dell’Europa. Circa l’85% degli edifici europei è stato costruito prima del 2000, e di questi, il 75% mostra livelli subottimali di efficienza energetica. Questa situazione presenta non solo una sfida ma anche un’enorme opportunità: migliorare la performance energetica di questi edifici potrebbe ridurre drasticamente il consumo energetico complessivo e, di conseguenza, le emissioni di gas serra.

La direttiva case green stabilisce obiettivi ambiziosi e chiari: un parco immobiliare completamente decarbonizzato e a emissioni zero entro il 2050. Per raggiungere tale traguardo, gli Stati membri dell’UE sono chiamati a implementare piani nazionali di ristrutturazione che migliorino significativamente l’efficienza energetica dei loro edifici, sia pubblici che privati, con scadenze intermedie nel 2030 e nel 2035 per monitorare i progressi.

In sintesi, la direttiva case green non è solo una normativa, ma un cambio di paradigma che mira a rendere l’Europa un leader mondiale nella sostenibilità ambientale e nell’innovazione nel settore delle costruzioni. Questo impegno legislativo si traduce in una serie di nuove regole, incentivi e obblighi che influenzeranno profondamente la vita dei cittadini europei, offrendo al contempo nuove opportunità di sviluppo economico e di miglioramento qualitativo dell’habitat urbano.

Copia di news Presentazione 1

I Pilastri della direttiva Energy Performance of Buildings (EPBD)

La Direttiva Energy Performance of Buildings (EPBD) si basa su alcuni pilastri fondamentali che mirano a trasformare il paesaggio dell’edilizia europea, rendendolo più sostenibile e efficiente dal punto di vista energetico. Questi pilastri sono essenziali per comprendere le intenzioni e le strategie che guidano l’UE verso un futuro a emissioni zero.

1. Riduzione del consumo energetico e delle emissioni di gas serra:

Uno degli obiettivi principali della direttiva è la drastica riduzione del consumo energetico degli edifici, che attualmente rappresentano circa il 40% del consumo energetico totale in Europa. La direttiva stabilisce che entro il 2030, gli Stati membri devono ridurre di almeno il 16% il consumo di energia primaria negli edifici residenziali, con un ulteriore taglio del 20-22% previsto entro il 2035. Queste misure sono vitali per raggiungere l’obiettivo finale di un parco immobiliare completamente decarbonizzato e a zero emissioni entro il 2050.

2. Miglioramento degli edifici esistenti:

La maggior parte degli edifici esistenti in Europa è stata costruita secondo standard energetici obsoleti e, come tali, richiedono interventi significativi per migliorare la loro efficienza energetica. La direttiva EPBD enfatizza la ristrutturazione degli edifici esistenti, in particolare quelli con le peggiori prestazioni energetiche. I nuovi requisiti non solo spingono per l’isolamento termico ma anche per l’installazione di sistemi di riscaldamento e raffreddamento più efficienti.

3. Standard per nuovi edifici:

A partire dal 2030, tutti i nuovi edifici costruiti nell’UE dovranno essere a emissioni zero. Questo standard sarà anticipato al 2028 per i nuovi edifici pubblici. Questo significa che ogni nuovo edificio dovrà utilizzare tecnologie e pratiche di costruzione che minimizzano il consumo energetico e massimizzano l’uso di energie rinnovabili.

4. Autonomia degli Stati Membri nella pianificazione:

Pur stabilendo obiettivi chiari e ambiziosi, la direttiva lascia agli Stati membri una certa flessibilità nella scelta dei metodi per raggiungere questi obiettivi. Ogni paese deve sviluppare piani nazionali di ristrutturazione che riflettano le proprie specificità e condizioni economiche, permettendo così un approccio su misura che può essere più efficace nel contesto locale.

5. Monitoraggio

La direttiva richiede un rigoroso monitoraggio e reporting da parte degli Stati membri, che devono fornire aggiornamenti regolari sui loro progressi. Questo sistema di monitoraggio assicura che gli obiettivi vengano perseguiti attivamente e che le politiche possano essere aggiustate in tempo reale per garantire il massimo impatto.

Questi pilastri della Direttiva EPBD delineano un quadro robusto per il futuro energetico degli edifici in Europa, spingendo gli Stati membri verso un impegno concreto e misurabile per migliorare l’efficienza energetica. Con questi obiettivi chiari, l’UE si posiziona come leader mondiale nella lotta contro il cambiamento climatico e nella promozione di una vita sostenibile.

Cambiamenti specifici introdotti dalla nuova legislazione

La Direttiva Energy Performance of Buildings (EPBD) non solo riafferma gli obiettivi a lungo termine dell’Unione Europea per un futuro sostenibile, ma introduce anche cambiamenti normativi specifici destinati a accelerare il passaggio a edifici più efficienti dal punto di vista energetico. Questi cambiamenti sono cruciali per gli stakeholders del settore edilizio, inclusi proprietari di casa, costruttori, e policy makers, che devono navigare in un contesto legislativo in evoluzione.

  • Il cambiamento più significativo riguarda i nuovi standard per gli edifici, che richiedono che tutti i nuovi edifici costruiti a partire dal 2030 siano a “emissioni zero”. Per gli edifici pubblici, questa normativa entrerà in vigore già nel 2028. Questo implica che ogni nuova costruzione dovrà integrare tecnologie avanzate per il risparmio energetico e l’utilizzo di fonti rinnovabili fin dalle fasi iniziali del design.
  • La direttiva modifica i requisiti di prestazione energetica per gli edifici esistenti, eliminando l’obbligo di miglioramento graduale attraverso livelli minimi prestabiliti. Invece, si richiede agli Stati membri di garantire una riduzione dell’energia primaria utilizzata del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035. Questi obiettivi necessitano di un approccio più flessibile e adattato alle realtà locali, permettendo agli Stati di sviluppare piani nazionali più efficaci.
  • Un’altra modifica importante è l’attenzione specifica agli edifici con le peggiori prestazioni energetiche. La direttiva stabilisce che gli Stati membri devono ristrutturare almeno il 16% degli edifici non residenziali con le peggiori prestazioni entro il 2030 e il 26% entro il 2033. Questo focus non solo migliora l’efficienza energetica complessiva, ma contribuisce anche a ridurre le disuguaglianze nella qualità dell’abitare.
  • Un altro elemento chiave è la strategia di eliminazione graduale delle caldaie a combustibile fossile, con l’obiettivo di cessarne completamente l’uso entro il 2040. Inoltre, dal 2025 non sarà più possibile sovvenzionare caldaie autonome a combustibile fossile, spingendo così verso una maggiore adozione di soluzioni rinnovabili o ibride.
  • La direttiva introduce requisiti più stringenti per il monitoraggio e il reporting, obbligando gli Stati membri a fornire dati dettagliati sull’implementazione dei loro piani di ristrutturazione. Questo rafforza la trasparenza e permette alla Commissione Europea di valutare efficacemente i progressi compiuti verso gli obiettivi fissati.

Questi cambiamenti non solo aumentano l’ambizione degli obiettivi di efficienza energetica, ma introducono anche meccanismi di controllo più rigorosi per garantire che gli impegni si traducano in azioni concrete. Con queste nuove regole, l’UE si assicura che il settore edilizio contribuisca attivamente alla lotta contro il cambiamento climatico e all’avanzamento verso la sostenibilità energetica.

Impatti della direttiva Case Green sui cittadini e sull’Economia

La Direttiva Energy Performance of Buildings (EPBD) comporta non solo cambiamenti normativi significativi, ma ha anche implicazioni dirette sui cittadini europei e sull’economia più ampia. Questi impatti si manifestano sia attraverso il miglioramento della qualità abitativa sia attraverso incentivi economici che stimolano il mercato delle costruzioni e dell’efficienza energetica.

Per i proprietari di immobili, la direttiva rappresenta un duplice impatto. Da un lato, l’introduzione di standard più severi per l’efficienza energetica potrebbe significare investimenti iniziali più elevati per la ristrutturazione o la costruzione conforme ai nuovi requisiti. D’altro canto, queste modifiche porteranno a benefici a lungo termine, come la riduzione delle bollette energetiche e l’aumento del valore degli immobili grazie a una migliore classificazione energetica. Inoltre, edifici più efficienti dal punto di vista energetico contribuiscono a un ambiente di vita più sano e confortevole.

L’EPBD incentiva le ristrutturazioni che migliorano l’efficienza energetica, offrendo ai proprietari di casa e agli investitori immobiliari opportunità di accedere a sussidi, detrazioni fiscali o altri incentivi finanziari. Questi incentivi sono progettati per ammortizzare il costo delle ristrutturazioni e rendere più appetibile l’investimento in tecnologie verdi e soluzioni sostenibili.

La direttiva stimola il settore delle costruzioni, incoraggiando l’adozione di nuove tecnologie e materiali più sostenibili. La necessità di conformarsi agli standard della direttiva può accelerare l’innovazione nel settore, con un aumento della domanda per professionisti qualificati e tecnologie avanzate. Questo, a sua volta, può portare alla creazione di nuovi posti di lavoro e al rafforzamento dell’economia.

Migliorando l’efficienza energetica degli edifici, la direttiva contribuisce significativamente alla riduzione delle emissioni di gas serra, affrontando così il cambiamento climatico in modo concreto. Gli edifici più efficienti riducono anche la domanda complessiva di energia, che può alleviare la pressione sulle reti energetiche nazionali e ridurre la dipendenza da combustibili fossili. Questi miglioramenti hanno anche un impatto positivo su questioni sociali come la povertà energetica, rendendo il riscaldamento e il raffreddamento più accessibili per tutti i segmenti della popolazione.

Investire in efficienza energetica non solo migliora la sostenibilità degli edifici, ma stimola anche l’economia più ampia. Secondo la Commissione UE, tali investimenti possono catalizzare la crescita economica, creando fino a 25 milioni di posti di lavoro nel settore delle costruzioni e rafforzando il PIL europeo. Le piccole e medie imprese, che rappresentano la stragrande maggioranza del settore delle costruzioni, traggono particolare vantaggio da questo mercato potenziato.

Eccezioni ed esoneri significativi nella Direttiva EPBD

La Direttiva Energy Performance of Buildings (EPBD) è un complesso quadro legislativo che mira a trasformare il panorama edilizio europeo in termini di efficienza energetica. Tuttavia, riconoscendo la diversità degli edifici e delle situazioni in tutta Europa, la direttiva include anche eccezioni ed esenzioni specifiche che modulano l’applicazione delle norme in casi particolari.

  • Edifici storici e protetti

Gli edifici che sono classificati come monumenti nazionali o che hanno un particolare valore storico o architettonico sono esentati dalle rigide normative di efficienza energetica. Questa esenzione è cruciale per preservare il patrimonio culturale, poiché le modifiche necessarie per migliorare l’efficienza energetica potrebbero compromettere l’integrità strutturale o estetica di tali edifici.

  • Edifici di uso temporaneo e tecnico

Anche gli edifici utilizzati temporaneamente o quelli che ospitano infrastrutture tecniche, come le cabine elettriche o le strutture di telecomunicazione, possono essere esclusi dalle disposizioni della direttiva. Queste strutture spesso non necessitano degli stessi livelli di efficienza energetica previsti per gli edifici residenziali o commerciali permanenti.

  • Luoghi di culto ed edifici religiosi

Chiese e altri luoghi di culto sono tipicamente esonerati dalle normative sull’efficienza energetica. Questo riconosce il ruolo unico e spesso non commerciale di questi spazi, oltre alla loro importanza culturale e comunitaria.

  • Edilizia sociale e affitti controllati

Gli edifici di edilizia sociale o quelli soggetti a regolamentazioni sugli affitti possono ricevere trattamenti speciali, in particolare quando le ristrutturazioni richieste potrebbero portare a un aumento degli affitti che non sarebbe compensato da risparmi energetici. Questo aiuta a proteggere gli inquilini da aumenti di costo ingiustificati.

  • Residenze secondarie e piccoli edifici:

Le seconde case utilizzate per meno di quattro mesi all’anno e gli edifici con una superficie inferiore ai 50 metri quadrati sono generalmente esclusi dalla direttiva. Questo prende in considerazione il basso impatto energetico che tali strutture hanno dovuto al loro uso limitato o alla loro dimensione ridotta.

  • Installazioni per la difesa

Strutture e installazioni specificamente utilizzate per scopi di difesa possono essere esentate dalle norme di efficienza energetica, data la loro specificità d’uso e le esigenze di sicurezza.

Queste eccezioni ed esenzioni sono essenziali per garantire che la direttiva sia applicata in modo equo e flessibile, riconoscendo la varietà delle circostanze in cui gli edifici europei sono utilizzati e mantenuti. Inoltre, consentono agli Stati membri di adeguare l’applicazione delle normative alle realtà locali, bilanciando progresso energetico e necessità pratiche o culturali.

I vantaggi della ristrutturazione degli edifici europei

La Direttiva Case Green è incentrata non solo su standard più severi e regolamentazioni, ma anche sui benefici tangibili che le ristrutturazioni energetiche possono portare a livello individuale, comunitario ed economico. Questi vantaggi sono essenziali per comprendere il valore complessivo della direttiva e il suo impatto positivo sull’ambiente e sulla società.

1. Riduzione del consumo energetico e delle bollette

Uno dei benefici più immediati delle ristrutturazioni conformi all’EPBD è la riduzione significativa del consumo energetico. Migliorando l’isolamento, installando finestre ad alta efficienza e modernizzando i sistemi di riscaldamento e raffreddamento, gli edifici possono consumare meno energia per il riscaldamento, il raffreddamento e l’illuminazione. Questo si traduce direttamente in bollette energetiche più basse per i proprietari e gli occupanti, rendendo l’efficienza energetica non solo una scelta ecologica ma anche economicamente vantaggiosa.

2. Aumento del comfort e della qualità dell’aria interna

Le ristrutturazioni che migliorano l’efficienza energetica spesso portano anche a un miglioramento del comfort interno. Sistemi HVAC più efficienti e moderni garantiscono una temperatura interna più stabile e una migliore qualità dell’aria, riducendo la presenza di muffe e inquinanti interni. Questo è particolarmente importante per la salute e il benessere degli occupanti, rendendo gli spazi non solo più energetici ma anche più vivibili.

3. Incremento del valore degli immobili

Gli edifici che rispettano gli elevati standard energetici imposti dall’EPBD tendono ad avere un valore di mercato superiore. Gli acquirenti e gli investitori immobiliari sono sempre più consapevoli dell’importanza dell’efficienza energetica, considerando queste caratteristiche un investimento per ridurre i costi futuri. Di conseguenza, gli immobili ristrutturati secondo la direttiva possono attirare un interesse maggiore e comandare prezzi più alti sul mercato.

4. Riduzione delle emissioni di gas serra

A livello macroeconomico, le ristrutturazioni che riducono il consumo energetico contribuiscono significativamente alla riduzione delle emissioni di gas serra. Con il settore edilizio responsabile di una quota significativa delle emissioni totali in Europa, l’attuazione dell’EPBD gioca un ruolo cruciale negli sforzi complessivi dell’UE per combattere il cambiamento climatico e raggiungere gli obiettivi di sostenibilità a lungo termine.

5. Stimolo economico e creazione di posti di lavoro

L’implementazione della direttiva stimola l’economia, creando domanda per professionisti qualificati, materiali da costruzione sostenibili e tecnologie innovative. Questo può tradursi in nuove opportunità di lavoro e crescita per le aziende nel settore dell’edilizia, dell’ingegneria e delle energie rinnovabili. Inoltre, l’investimento in efficienza energetica è spesso accompagnato da incentivi fiscali e sussidi che possono ulteriormente stimolare l’economia locale.

Conclusione

L’adozione della Direttiva Energy Performance of Buildings (EPBD) segna un punto di svolta significativo per il settore edilizio in Europa. Con l’impegno a migliorare l’efficienza energetica degli edifici, ridurre le emissioni di gas serra e promuovere un ambiente abitativo più sostenibile e salubre, questa direttiva non solo risponde alle sfide del cambiamento climatico ma pone anche le basi per un futuro energetico resiliente e sostenibile.

L’obiettivo di raggiungere un parco immobiliare a zero emissioni entro il 2050 è ambizioso ma necessario. La direttiva EPBD fornisce una roadmap chiara, con obiettivi intermedi nel 2030 e nel 2035 che permetteranno di monitorare i progressi e fare gli aggiustamenti necessari. Questo approccio graduale ma determinato assicura che tutti gli attori coinvolti – dai governi locali ai proprietari di casa, dagli investitori ai costruttori – possano adattarsi e contribuire efficacemente alla transizione energetica.

Ogni cittadino e impresa in Europa ha un ruolo da giocare in questa trasformazione. Adottando tecnologie verdi, investendo in ristrutturazioni che rispettano i nuovi standard, e sostenendo politiche che promuovono l’efficienza energetica, possiamo tutti contribuire a un futuro più sostenibile. Le decisioni prese oggi influenzeranno non solo il nostro ambiente ma anche le generazioni future.

Per facilitare questa transizione, la Commissione Europea e gli Stati membri offrono varie forme di supporto, tra cui incentivi finanziari, risorse informative e assistenza tecnica. È fondamentale che i proprietari di immobili, gli sviluppatori e le municipalità si informino sulle opportunità disponibili e sfruttino queste risorse per ottimizzare i loro edifici in linea con gli obiettivi della direttiva.

Mentre proseguiamo verso il 2050, è chiaro che la direttiva EPBD è più di una semplice serie di regolamenti; è una visione per un futuro in cui gli edifici non sono solo spazi in cui viviamo o lavoriamo, ma sono attivi partecipanti alla salute del nostro pianeta. Con un impegno collettivo verso l’efficienza energetica, possiamo costruire una base solida per un’Europa più verde, più resiliente e economicamente dinamica.

In conclusione, la Direttiva EPBD è un passo essenziale verso l’obiettivo di un’Europa sostenibile. Con il suo impatto diretto sui cittadini, l’economia e l’ambiente, la direttiva incarna l’ambizione europea di essere alla guida della lotta globale contro il cambiamento climatico e di promuovere uno sviluppo che beneficia tutti.

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